#33 Multiliteracy
Cosa devi sapere sull'alfabetizzazione multilingue e due attività di scrittura
Cara amica, caro amico,
Benvenuta e benvenuto a Parlo anch’io!, la newsletter sull’italiano per bambine e bambini in contesti multilingui.
Buona lettura!
Anna
Multiliteracy: l’alfabetizzazione in più lingue
Continuiamo con il nostro glossario multilingue. Nelle puntate precedenti abbiamo parlato di bilingue/bilinguismo, anche nella versione bye-lingual.
Oggi ti parlo del concetto di bi- e multiliteracy e, siccome siamo in area scrittura, in fondo trovi anche due attività per incoraggiare la scrittura in lingua minoritaria.
Multiliteracy è la capacità di leggere e scrivere in due o più lingue.
È un ambito che mi affascina e mi interessa moltissimo e su cui lavoro spesso con famiglie e bambini. Su questo argomento avrei davvero moltissimo da dire, ma per non sovraccaricarti ho cercato di distillare i miei dieci anni di lavoro con bambini e famiglie in tre punti facilmente assimilabili (se cerchi spunti bibliografici, vedi le note).
1. Insegnamento esplicito
A differenza dell’acquisizione della lingua parlata, per cui i nostri cervelli sono “programmati” da decine di migliaia di anni, la lettoscrittura non avviene “solo” grazie all’esposizione, ma dev’essere insegnata in modo esplicito.1
Per questo motivo è comune che il divario tra la lingua scolastica e la o le lingue di casa aumenti con l’inserimento a scuola, il luogo preposto proprio all’insegnamento di lettura e scrittura nella lingua della comunità. Ma non disperare: ci sono molte cose che è possibile fare per ridurre questo divario!
N.B. se abiti in un paese anglofono, avrai sentito parlare delle cosiddette reading wars, cioè quegli scontri all’ultimo sangue in ambito educativo e accademico riguardo al metodo migliore per insegnare a leggere.
I metodi di insegnamento della lettura basati sulle teorie della neozelandese Marie Clay e dell’americana Lucy Cawlkins sono stati da tempo trovati scientificamente infondati e anzi dannosi. Ciononostante, rimangono molto popolari tra docenti e distretti scolastici.
Se la tua scuola o il tuo distretto scolastico parla di three-cueing system, balanced literacy o simili, indaga bene prima di iscriverci i tuoi figli.2
2. Competenze trasferibili
Il divario tra le ore trascorse a scuola in lingua comunitaria e il tempo, di solito molto minore, dedicato all’apprendimento esplicito della lingua o lingue di casa può scoraggiarci, ma ci sono modi per trasferire ciò che i bambini imparano a scuola anche alla situazione domestica.
Nell’ambito delle lingue alfabetiche, in particolare, sono molte le competenze trasferibili dall’una all’altra. Una volta che bambini hanno appreso il meccanismo di corrispondenza lettera/suono, questo è trasferibile da una lingua alfabetica all’altra (ovviamente, con le dovute differenze).
Per favorire la cosiddetta consapevolezza fonologica - cioè l’abilità di distinguere e riconoscere i suoni di una lingua, che è un prerequisito della lettoscrittura - è utile leggere e cantare testi che sottolineano la componente fonica, come poesie, filastrocche, libri con onomatopee.
3. Possibilità di introdurre una terza persona (docente)
Se nell’ambito dell’acquisizione orale i genitori e le altre persone care ai bambini sono fondamentali e insostituibili, spesso nell’insegnamento di lettura e scrittura si innescano dinamiche per cui l’inserimento di una persona terza che si occupi di lettoscrittura potrebbe essere più efficace. A seconda di dove di trovi, puoi valutare:
La presenza di scuole del sabato o simili. Come racconto spesso, noi frequentiamo una scuola di cantonese il sabato mattina, che è un’esperienza positiva e gratificante su molto fronti. A seconda di dove di trovi e dell’investimento di tempo e di energia che ti senti di fare, potrebbe valere la pena fare una ricerca per vedere cosa c’è nella tua zona.
Un’insegnante privata, di persona o al limite online. Se nella tua scuola non ci sono scuole, potresti avere più fortuna con la ricerca di un’insegnante privata, magari mettendoti insieme ad altre famiglie. Io prediligo l’interazione di persona (personalmente, non offro corsi online per bambine e bambini), ma valutando caso per caso potrebbe essere che per tuo figlio o figlia potrebbe funzionare l’opzione a distanza (direi comunque non prima degli 8 anni).
Mettiti il cappello da insegnante. Quest’opzione secondo me è la più difficile, perché dipende moltissimo dalla tua relazione con i tuoi figli e le tue figlie e da quello che ti senti di fare con loro.
Se, però, non hai alternative e l’unico modo di insegnare a leggere e scrivere in italiano è che lo faccia tu, ti consiglio di stabilire e rispettare una routine. Ad esempio, puoi decidere che il giovedì dalle 15 alle 16 “facciamo italiano” ed entriamo in modalità “scuola”. Questo è quello che faccio io con i miei figli e che trovo più efficace, perché una volta che diventa un appuntamento fisso come l’andare a nuoto o a pianoforte acquista una legittimità che le proposte estemporanee non sempre hanno.
Sai che offro sostegno 1:1 per famiglie multilingui? Con alcuni genitori sto proprio lavorando sulla lettoscrittura in italiano.
Se anche tu hai bisogno di sostegno, risorse e idee pratiche e risorse per sostenere il multilinguismo nella tua famiglia, un percorso con me potrebbe fare al caso tuo.
P.S. Chi legge Parlo anch’io! ha diritto al 15% di sconto :)
Due idee divertenti per incoraggiare la scrittura
Le mille e una storia
È un gioco educativo di Erickson che trovo ben fatto nonché bellissimo, grazie alle inconfondibili illustrazioni di Giulia Orecchia. Si tratta in realtà di un 3 in 1 contenente una tombola (che come forse ricordi è uno dei miei giochi prediletti), una mappa per inventare viaggi immaginari e soprattutto delle carte illustrate che lasciano molto spazio all’immaginazione.
Si possono pescare tre carte e inventare una storia a partire da lì, oppure scrivere (o raccontare) la descrizione di una sola carta.
Se l’idea ti piace, qualsiasi mazzo di carte illustrate (o anche solo immagini interessanti stampate da internet) si presta a questo gioco. Non c’è limite alla fantasia! A seconda di quanta struttura e guida hanno bisogno i tuoi piccoli, scegli il formato più adatto a voi.
Un barattolo di cose belle
Questa, lo ammetto, è un’idea che ho visto sulla pagina Instagram di Io donna (!) quando tutti parlavano di buoni propositi per l’anno nuovo.
L’idea è semplice e carina: ogni settimana, chi vuole scrive su un bigliettino una cosa bella che gli o le è successa quella settimana. Alla fine dell’anno, tutti insieme si apre il barattolo e ci si ricorda insieme di tutte le cose belle accadute nell’anno passato.
Nella mia famiglia, ha voluto partecipare solo mio figlio maggiore. Quindi, ogni domenica sera ci mettiamo lì e scriviamo il nostro bigliettino. Ha scelto di non utilizzare un barattolo ma una scatola di carta che gli piaceva di più, e ha voluto ritagliare tutti i bigliettini e fare anche un portabigliettini di carta per conservarli.
Insomma, questa è solo un’idea che poi ognuno potrà personalizzare come preferisce. Ma immagino già che sorpresa sarà aprire quella scatolina e leggere tutte le cose belle che ci saranno successe durante l’anno!
Su questo, cfr. Alice Bigli, Leggere piano, forte, fortissimo. Come allenare alla lettura ragazze e ragazzi (Mondadori, 2023), che nella prima parte del libro spiega molto bene l’aspetto cognitivo della lettura. In inglese, trovo molto utile Sally E. Shaywitz, Overcoming Dyslexia (seconda edizione riveduta e ampliata, Vintage, 2008). Dr. Shaywitz è una delle massime esperte americane di dislessia e, anche se il libro è rivolto in particolare a genitori di bambine e bambini con questo DSA, la Parte III (All Children Can Be Taught to Read) è particolarmente chiara e comprensibile per tutti.
Cfr. le inchieste giornalistiche di Emily Hanford, raccontate nel podcast Sold a Story e in una serie di articoli come questo.
Trovo molto utile il consiglio del “cappello da insegnante”, grazie! E grazie anche del consiglio del libro di Alice Bigli. Lo leggerò!
Anna, io non so se e quando arriveranno figli nella nostra coppia italo-americana; quel che so è che se e quando succederà, verrò subito da te e dalle tue risorse :)
Ti faccio una domanda da un miliardo di dollari: è possibile, e se sì, come, crescere figli non solo bilingue e "biculture" (dove cultura è inteso nel senso più lato del termine, laddove una bambina figlia di un'italiana e di un americano assorbirà i tratti culturali di entrambi i genitori), ma anche "biscolarizzati" (non saprei come altro dirlo)? Ti spiego cosa intendo: io sono molto scettica sui metodi di insegnamento e apprendimento delle scuole statunitensi. Nei 12 anni non consecutivi vissuti negli Stati Uniti, di cui due in scambio universitario - esposta tutti i giorni al metodo di studio americano - mi sono, forse in maniera un po' conservatrice-elitista, convinta che la nostra maniera di studiare in Italia raggiunga livelli più profondi. Magari c'è troppa memorizzazione e sicuramente troppo eurocentrismo e poca enfasi sulla pratica delle cose, ma noi impariamo metodi di analisi della realtà che io qui proprio non ritrovo. Una professoressa di una delle due università statunitensi dove sono stata in scambio mi ha detto: "gli studenti migliori che io abbia mai avuto sono sempre stati italiani". Ne ho parlato l'altro giorno con una donna italiana il cui figlio fa il liceo negli Stati Uniti, e che si trova d'accordissimo.
Io vorrei che un*eventuale mia/mio figlia/o italo-americana/o, se dovesse frequentare le scuole negli Stati Uniti, crescesse biscolarizzata/o, apprendendo anche una selezione di contenuti scolastici propri della scuola italiana. Anche solo per poter condividere con lei/lui una parte della mia vita. Perché la scuola per me è importantissima, e sarei io, più del mio compagno, a seguire con più coinvolgimento questa parte della crescita dei nostri figli (non perché sono donna, ma proprio per i miei interessi personali).
Hai mai pensato a questa cosa? Hai sviluppato qualche risorsa in merito? Sto ragionando in maniera completamente slegata dalla realtà? (so che sono domande toste, quindi rispondimi solo se e quando vorrai)