Cara amica, caro amico,
Benvenuta e benvenuto a Parlo anch’io!, la newsletter sull’italiano per bambine e bambini in contesti multilingui.
È la prima newsletter del 2024 e la voglio dedicare al tempo e di come lo si vive a scuola e in famiglia.
Come ogni newsletter del 15, nella seconda parte trovi la recensione di un libro. Questa volta ti propongo un libro per adulti, il romanzo Tutta intera di Espérance Hakuzwimana.
C’è anche una bella novità: il mese prossimo, il 15 febbraio, avremo come ospite Elisa di Sama Legge che ci proporrà delle letture multilingui per l’infanzia. Nell’attesa puoi scoprire qui il suo lavoro di mediatrice culturale e facilitatrice linguistica e leggere qui la sua newsletter.
Noi ci rileggiamo il 30 con un’attività didattica sulle emozioni.
Buona lettura!
Anna
Dare tempo al tempo
Qualche mese fa col mio gruppo dei 5-7enni della scuola francese ho fatto la canzone Le tagliatelle di nonna Pina. La piccola I., una 7enne profonda e riflessiva, ha abbassato gli occhi e affermato sconsolata: «La mia vita è proprio così».
Mi ha molto colpito l’aspetto rassegnato di I. nel fare quell’osservazione e anche la consapevolezza che tutte le ore della sua giornata siamo colme fino all’orlo di attività. Effettivamente, ci trovavamo ad un corso facoltativo di italiano che si tiene il venerdì pomeriggio…
Nell’ambito dell’apprendimento linguistico, inoltre, si sente spesso la pressione di “cominciare subito“, “non sprecare tempo“ e approfittare della famosa “finestra“ di apprendimento, cioè quei primi anni della vita di bambine e bambini in cui l’apprendimento di una o più altre lingue sarà più facile.
A guardar bene, però, ci sono molte altre cose che “andrebbero fatte“ in questi primi anni di vita: cominciare a suonare uno strumento, cominciare uno sport, essere esposti a quanti più libri possibile, e via discorrendo. Solo a fare questo elenco mi viene l’ansia.
La fretta e il tutto pieno, però, sono quanto di più antitetico vi sia al modus vivendi dei bambini, com’è noto a chiunque abbia mai cercato di velocizzare i tempi di uscita mattutina. Le bambine e i bambini vivono secondo il proprio ritmo interiore e non hanno mai paura di perdere tempo, perché il loro tempo è solo il qui e ora.
In questo inizio d’anno auguro a te e a me tante possibilità di fare un passo indietro, uscire dal vortice e imparare a goderci il qui e ora come le bambine e i bambini con cui viviamo e lavoriamo quotidianamente, senza farci e fargli fretta ma assaporando ogni istante nella sua ricchezza tutta da scoprire.
Buon anno e buon inizio!
Un romanzo da leggere subito!
Nelle vacanze di Natale appena trascorse sono riuscita a leggere Tutta intera di Espérance Hakuzwimana (Einaudi, 2022) e ne sono rimasta folgorata.
È la storia di una ragazza afrodiscendente di nome Sara che è stata adottata all’età di due mesi da una famiglia “bene“ della città di residenza. Il romanzo alterna scene dal passato di Sara con il presente in cui si trova ad insegnare un corso di potenziamento di italiano ad un gruppo di adolescenti di varia estrazione nella scuola del quartiere “ghetto“ della medesima città.
Per Sara esplode una grande crisi di identità, soprattutto via via che scopre il razzismo sempre più esplicito di alcuni membri della sua famiglia e si confronta con questi ragazzi che le dicono che lei ha l’aspetto di una di loro ma non è una di loro.
Mi ha colpito il candore con cui Sara ammette di averli:
desiderati affabili, accondiscendenti ma anche in grado di tenermi testa, di sfidarmi con entusiasmo. Nella mia immaginazione dovevano essere tanti, pronti a pendere dalle mie labbra. Invece sono otto e cado io dalle loro (pp. 41-42)
Sara è un’insegnante alle prime armi che si accorge subito dell’illusione di essere il centro della classe; capisce che deve invece mettersi al servizio di questi ragazzi e ragazze, conoscerli, andargli incontro. Non perché lei non sia un punto d’autorità per loro, anzi. Nella stessa pagina dice infatti:
mi dicevo Adesso scappo, tanto che cambia?
Invece cambia. Perché non sono io che lo guardo ma sono loro che guardano me. Mi scovano, mi chiedono di uscire dal frutteto, dal nascondiglio, da questo punto altissimo e lontano da cui sono convinta di vederli, di saperli, e che era facile (p. 42)
Il resto del romanzo è il percorso di conoscenza da parte di Sara che esce dal nascondiglio e si avventura in luoghi sconosciuti e anche paurosi, alla scoperta non sono dei suoi alunni ma soprattutto di se stessa.
È un libro che ho trovato avvincente e commovente, scritto in un modo secco e tagliente che non lascia vie di fuga, obbliga a metterci a nudo e di fronte all’Altro e, quindi, a noi stesse/i.
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