#39 Il mondo è bello perché è multilingue | parte 1
E divertimento inaspettato con le flashcards!
Cara amica, caro amico,
Benvenuta e benvenuto a Parlo anch’io!, la newsletter sull’italiano per bambine e bambini in contesti multilingui.
Oggi cominciamo un mini viaggio alla scoperta della varietà e della creatività delle famiglie multilingui. Ho intervistato amiche e amici, famiglie che hanno lavorato con me e e anche qualche lettrice della newsletter. Il risultato è questa miniserie, Il mondo è bello perché è multilingue, una serie di interviste che ci accompagneranno nelle prossime puntate.
Ad ogni famiglia ho posto le stesse domande e ho anche chiesto loro di condividere i libri preferiti dei loro bambini e delle loro bambine.
Dopo l’intervista trovi l’attività di oggi, una riscoperta inaspettata delle flashcards.
Buona lettura!
Anna
Volevo che mio figlio imparasse la lingua dei nostri antenati: la storia di Angela tra Chicago e la Liguria



Angela è una lettrice di Parlo anch’io!, che ho avuto il piacere di conoscere negli incontri mensili per famiglie.
La sua storia mi ha colpito subito per la dedizione e la passione con cui si è dedicata all’apprendimento dell’italiano, lingua dei suoi antenati che ha voluto trasmettere anche al figlio. Lui e Angela vivono a Chicago e trascorrono ogni anno un mese in Liguria, dove ormai hanno tanti amici e amiche di tutte le età. In casa parlano inglese e italiano.
Ho scelto di cominciare con la loro storia perché gli Stati Uniti stanno diventando un posto sempre meno ospitale per chi parla altre lingue (soprattutto certe lingue); la dedizione e la perseveranza di Angela mi sembrano un prezioso atto di resistenza, nonché di amore.
Non mollate mai. Ascoltate qualcosa, guardate la TV, leggete qualcosa ogni giorno nelle lingue che state insegnando.
Com'è nata la vostra famiglia multilingue?
Ho studiato l’italiano per molti anni, perché i miei antenati sono immigrati dall’Italia e ho sempre voluto imparare la lingua. Mi sono accorta solo molti anni dopo che sicuramente tutti parlavano un dialetto, ma questo non lo sapevo. Quando è nato mio figlio, volevo insegnare l’italiano anche a lui. Siamo stati fortunati perché dove viviamo c’è una scuola italiana, che lui ha frequentato per quattro anni.
C'è mai stato un momento in cui avete preso una decisione su quale lingua parlare, con chi, dove e come, o è stato uno sviluppo spontaneo?
Quando mio figlio era ancora piccolo – meno di un anno di età – suo padre mi ha incoraggiato a parlare con lui soltanto in italiano. L’ho fatto, ma siccome non è la mia lingua nativa, cambio spesso quale lingua uso con lui. In generale, provo a parlare in italiano quando siamo da soli, perché è una lingua che conosciamo solo noi due.
C'è una persona nella coppia che si fa più carico della situazione linguistica di famiglia?
Sì, sono io, perché suo papà parla solo inglese e un po’ di spagnolo.
Avete mai incontrato delle difficoltà dovute all'essere una famiglia multilingue? Se sì, quali e come le avete affrontate?
In realtà, no. Solo un modo per andare avanti con la lingua e non perderla.
Quale consiglio daresti ad altre famiglie multilingui?
Non mollate mai. Ascoltate qualcosa, guardate la TV, leggete qualcosa ogni giorno nelle lingue che state insegnando.
Per finire: c'è un libro preferito di tuo figlio che consigliereste a chi legge?



Mio figlio adora tutti i libri di Mucca Moka, ma gli piacciono anche Casa di Carson Ellis [purtroppo esaurito, ma lo puoi vedere e ascoltare qui] Il Gufo che aveva paura del buio di Jill Tomlinson.
Se anche tu hai una famiglia multilingue e pensi che condividere la tua esperienza possa essere utile a chi legge Parlo anch’io!, scrivimi e raccontami rispondendo a questa mail!
Prossimi appuntamenti
Sabato 17 maggio ore 10-11 EST / 16-17 ora italiana parte il ciclo di webinar per famiglie multilingui che tengo in collaborazione con Collina Italiana.
Divertimento inaspettato con le flashcards
Doverosa premessa: non sono una grande amante delle flashcards (eufemismo: in realtà non le sopporto).
Negli Stati Uniti sono il learning tool per eccellenza, onnipresenti fino alle superiori e anche all’università. Che siano in versione cartacea fai-da-te, preconfezionate o elaborate con l’AI, come di recente, le ho sempre trovate un modo di imparare riduttivo, che allena solo un certo tipo di processo mnemonico e che, soprattutto nell’ambito comunicativo, crea più limiti che opportunità.
Per questo motivo, lungi da me acquistare flashcards per i miei figli o piccoli studenti.
Se non che, all’inizio dell’anno, ce ne hanno regalati vari pacchetti nell’ambito di un’iniziativa di promozione della lettoscrittura. A ciascuno regalavano una borsa di tela contenente una lavagnetta con i pennarelli apposta, un quaderno degli esercizi e un pacchetto di flashcards, appunto.

Le nostre sono giaciute semidimenticate fino a quando, qualche settimana fa, il mio 3enne le ha riscoperte e se n’è letteralmente innamorato.
Quindi mi sono ritrovata a giocare tantissimo con lui e, devo dire, a divertirmi un sacco (inaspettatamente).
Resto dell’opinione che non siano uno strumento panacea da utilizzare sempre e comunque, soprattutto a scuola, ma certamente ho cambiato idea sul ruolo che possono avere in famiglia, soprattutto con bambine e bambini piccoli.
Con mio figlio faccio due giochi talmente semplici che forse non dovrei nemmeno dirteli, ma forse più che il gioco in se ti interesserà l’approccio. Sto anche studiando come incorporare giochi simili nel mio prossimo gruppo di 3-5enni.
Gioco 1: il puro piacere del nominare
Inizialmente volevo aprire questa puntata proprio con la Genesi e l’atto creativo del nominare, ma senza spingermi in ambiti che non mi competono, è innegabile che il solo nominare oggetti e persone conosciute sia una grande fonte di piacere per bambine e bambini piccoli.
Il riconoscere un oggetto, un animale o una persona e pronunciarne il nome è un’esperienza sensoriale appagante per vista, udito, “gusto” e anche tatto (se ad esempio le flashcards utilizzate hanno quest’elemento). Da qui, per inciso, nasce anche il gusto per la sonorità che ci porta ad amare filastrocche e poesie.
Quindi il primo gioco consiste semplicemente in questo: far scorrere le carte, una dopo l’altra, e nominarle.
Consigli:
Lascia tempo al bambino o alla bambina di recuperare la parola. Non essere impaziente.
Se la parola non arriva, o arriva in un’altra lingua, offri quella in italiano senz’aggiungere altro. La ripeterà, non la ripeterà. Non insistere e passa alla prossima. Tanto se il gioco attecchisce, sicuro che ci giocherete mooolte altre volte in futuro :)
È un gioco, non un’interrogazione. Non insistere troppo con domande come “Cos’è questo? Allora com’è che si chiama?”


Gioco 2: Dov’è…?
Questa è una variante semplicissima che ho inventato sempre insieme a mio figlio. Stavolta dispongo tre carte e gli chiedo “Dov’è…?” e io nomino uno degli elementi.
Io pensavo che il gioco sarebbe stato: individua l’elemento che ti dico e poi passiamo a un altro set. Invece lui ha insistito sul trovare tutti e tre gli elementi, quindi semplicemente il gioco consiste nel nominare (da parte mia) i tre elementi che lui deve via via indicare.
Il divertimento nasce sia dal riconoscimento che dal fatto che cambio l’ordine (una volta parto dalla carta al centro, un’altra dalla carta e destra, e così via).
Come dicevo sono giochi semplicissimi, ma provare per credere.
Se anche tu vivi per quelle risate piene, soddisfatte, di pancia che sono appannaggio esclusivo di bambini e bambine, questo gioco fa al caso tuo. Bonus: in tre settimane di pratica assidua (assidua per volere suo), il suo lessico è migliorato in maniera notevole.
E a te, le flashcards stanno simpatiche o antipatiche? Se hai altre variazioni divertenti di questo gioco, condividile nei commenti!
Altre attività con flashcards o simili
(Scorri fino alla parte finale per trovare le attività)
Le flash card 😂 come al solito siamo in sintonia, Anna! Anche io lo trovo un metodo di studio riduttivo, nel senso che rende difficile creare sintesi e collegamenti tra i vari concetti, che esistono come isole indipendenti l’una dall’altra quando non lo sono. Ne parlavo con James e ora le battute flash card sono diventate un inside joke della nostra coppia biculturale, ci scherziamo sempre! Le ultime entrate in casa nostra sono quelle sulle domande che ti fanno al test per la cittadinanza, pubblicate ufficialmente da USCIS, perché nessuna istituzione è immune al metodo 🇺🇸
Ciao Anna! Si certo. Ne abbiamo letti tanti di classici, anche in inglese...conosce a memoria praticamente The very hungry caterpillar e A Christmas carol (a dicembre la scuola li ha portati a vedere un musical e ne ho approfittato per leggerglielo in inglese), alcuni della serie di Elmer, the patchwork elephant e dei piccoli libri sui phonics (anche se è un po' presto, ma gli piacciono le storie) di Pit the Cat. Poi gli ho preso l'Advent Calendar della Usborne con 24 classici. Li abbiamo letti tutti, uno al giorno. Bellissimi! Gli è piaciuto tantissimo The dinosaur who lost his roar, The Nutcracker,The Emperor and the Nightingale e tanti altri...