Cara amica, caro amico,
Benvenuta e benvenuto a Parlo anch’io!, la newsletter sull’italiano per bambine e bambini in contesti multilingui.
Come sta andando estate? Io sto sfruttando il mese di luglio (e il tempo concessomi dal centro estivo, pagato a caro prezzo) prima di rallentare un po’ ad agosto. Sto facendo una programmazione gioiosa ed entusiasta per le prossime puntate e attività di Parlo anch’io! - dopo l’estate partiremo alla grande con alcune novità. Non sto nella pelle!
Oggi riprendo il discorso della volta scorsa e ti parlo del libro che aveva originato quella riflessione:
Si tratta ovviamente de La porta segreta di Mac Barnett, uscito recentemente (solo in italiano!) per Terre di mezzo. E, per pura analogia visiva, ti metto anche un’attività a tema farfalle che ho creato per il mio gruppo di 3-5enni.
Buona lettura!
Anna
La Grandiosa Teoria Unificata della Letteratura Infantile
La porta segreta di Mac Barnett - che forse conosci come autore di Come fa Babbo Natale a passare dal camino? e Leo. Una storia di fantasmi - è uscito solo in italiano, per ora, per Terre di mezzo.
Nella postfazione, l’autore racconta come è nata l’idea di questo libro, che lui definisce «un libro sui libri per bambini, ma destinato agli adulti», come a sottolineare che si tratta un’eccezione nella sua produzione tutta destinata all’infanzia.
Questo libro mi è piaciuto molto, forse anche perché si integrava con i temi su cui stavo riflettendo quando l’ho letto (la serietà dell’avere a che fare con l’infanzia). È una lettura piacevole che si fa in poche ore e che stabilisce in modo chiaro e anche ironico, in certi punti spassoso, i punti cardine della letteratura per l’infanzia:
È da tempo che provo a elaborare una definizione di cosa siano i libri per bambini, o forse sarebbe più preciso chiamarla la Grandiosa Teoria Unificata della Letteratura Infantile. A essere sinceri l’ho appena coniata, proprio ieri sera tardi. Non l’ho ancora condivisa con nessuno, e sono felicissimo di presentarvela ora, in esclusiva. Siete pronti? Eccola qui:
Un libro per bambini è un libro scritto per i bambini. (pp. 9-10)
Punto (!).
Questa teoria e i suoi corollari sono racchiusi nel primo capitolo; i successivi servono a illustrarla.
I migliori scrittori per l’infanzia che ho conosciuto hanno una forte connessione con i bambini che sono stati, o una profonda simpatia per i bambini di oggi […]. [Hanno] un punto di vista privilegiato che permette di avere uno sguardo chiaro e spassionato sull’infanzia. Ogni opera d’arte è una conversazione tra il pubblico e l’artista. Un libro per bambini, quindi, è una conversazione tra un bambino e un adulto. (grassetti miei)1
Il problema, però, sta nella divario di potere tra adulti e bambini, perché sono gli adulti che scrivono, vendono, comprano e spesso scelgono i libri destinati ai piccoli.
Per questo motivo, la fruizione della letteratura da parte di bambine e bambini è mediata, a vari livelli, dagli adulti e dalla concezione che essi - gli adulti - hanno della lettura per l’infanzia e del suo ruolo.
Secondo me, questa caratteristica peculiare della letteratura per l’infanzia può essere un grande limite, ma anche una grande risorsa: se da un lato l’adulto può essere un bastone tra le ruote nella fruizione della letteratura da parte dei piccoli, dall’altro può essere un compagno, una persona che condivide - alla pari - una passione che vive. D’altra parte, anche con la letteratura “per adulti” succede spesso che sia stato qualcun altro a mostrarci la via, a farci notare o scoprire qualcosa che ci interessava ma che ancora non conoscevamo. Chi ha provato quest’esperienza sa benissimo di cosa parlo!
La narrativa è quel posto speciale in cui adulti e bambini si possono incontrare come pari. Pari, ma non uguali: è vero che gli adulti sanno molte cose che i bambini non conoscono. Ma è anche vero che abbiamo dimenticato molte cose che sanno i bambini, non solo su com’è essere bambini, ma anche sul mondo che tutti condividiamo.
«Molti adulti» continua Mac Barnett «Vedono i bambini come versioni più stupide e meno sofisticate di sé stessi». Invece sono delle persone a tutti gli effetti, e di questo dobbiamo tener presente sempre, soprattutto quando scriviamo, vendiamo, compriamo o scegliamo i libri destinati a loro.
Nei capitoli successivi l’autore entra nello specifico e racconta la propria interpretazione di alcuni capolavori per l’infanzia, ad esempio Goodnight Moon di Margaret Wise Brown. Ci sono anche succulenti estratti di materiali d’archivio ritrovati da Barnett nelle sue ricerche e tuttora inediti, anche in inglese, ad esempio le geniali schede di valutazione che la capa di Brown aveva redatto nel corso del tirocinio dell’autrice.
Personalmente avrei apprezzato più analisi puntuali dei testi, ma certamente la mia preferenza va sempre al cosiddetto close reading (lettura/analisi puntuale) che ai discorsi generali. A parte questo, mi sembra una buona introduzione al mondo della letteratura per l’infanzia. Io l’ho trovata una lettura stimolante, che consiglio senz’altro per l’estate.
Ti porterai questo libro sotto l’ombrellone? Se sì, poi fammi sapere cosa ne pensi!
Farfallina bella bianca…
Rimanendo in tema farfalle, ti mando un’attività che ho rifinito di recente per il mio gruppo estivo di italiano LS per 3-5enni (non bilingui), visto che in questo periodo sono in piena produzione e le attività abbondano.
Nella scheda trovi la descrizione dettagliata di tutta la lezione; puoi tranquillamente usare tutta la sequenza o parte di essa anche a casa con i tuoi figli (io ne ho fatta metà con mia figlia come “beta testing”).2
Ti lascio qua sotto alcune note sul corso e su come si è evoluto nel tempo, in modo che tu possa inquadrare il contesto didattico in cui è nato ed eventualmente apportare eventuali modifiche.
Il corso per piccolissimi (lo chiamo Italian for Toddlers) è il mio cavallo di battaglia, un corso che tengo da anni e che le famiglie aspettano con trepidazione. L’ho studiato, curato e rifinito nei dettagli ed è un corso che “funziona”. Secondo me, per questi motivi:
È un corso rivolto a tutta la famiglia. Le prime volte dicevo che gli adulti potevano scegliere se restare o meno, mentre adesso è un requisito. Sono parte integrante e attiva e lavoro con loro anche su cosa fare durante il resto della settimana. Per questo è tutto scritto: non per i bambini che non sanno ancora leggere, ma per i grandi.
Siccome si tratta prevalentemente di famiglie italoamericane o che hanno trascorso del tempo in Italia, cerco di integrare le tradizioni dei partecipanti.
Ho sperimentato con vari formati e sono giunta alla conclusione che la durata ideale è di 45 minuti. Un’ora era troppo lunga e li perdevo, mezz’ora non è abbastanza per una volta alla settimana. Di questi 45 minuti, dopo i primi 5 di accoglienza e routine dell’arrivo, le cose nuove sono inserite ne primi 20 minuti, il resto è rafforzamento, ripasso e gioco (ne avevo parlato anche qui). Si finisce con la routine di chiusura.
Chiaramente si tratta di un corso particolare e non credo facilmente riproducibile, per l’età dei partecipanti e per il background specifico delle famiglie d’origine, ma penso che considerazioni simili a quelle sopra vadano fatte sempre. Spero quindi che possano esserti d’ispirazione!
Se vuoi saperne di più o vuoi discutere con me di un’idea didattica, non esitare a scrivermi.
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Da questa citazione in poi non ho più il numero della pagina cartacea perché il mio kindle è scarico, ci sta impiegando un secolo a caricarsi e dalla versione online non riesco a capirlo. Perdonami, sono una millenial fuori e boomer dentro!
Per la canzone Farfallina bella bianca ho utilizzato la versione che mi cantavano i miei genitori da piccola e ho inventato io le strofe con gli altri colori. Avevo fatto una veloce ricerca in internet e scoperto che c’è un’altra versione, più lunga, che sembra essere più accreditata (intitolata Farfallina bella e bianca). Ce ne sono comunque molte altre versioni; io ho scelto di utilizzare quella con cui sono cresciuta.
Ciao Anna, porto mia figlia di sei anni in biblioteca abbastanza di frequente. La lascio libera nella scelta, ma questa ricade spesso nei cliché del momento (Storie di Principesse, Winx, Ballerine, etc...). Mia moglie è fan della saga di Geronimo Stilton e sta provando a fare breccia. Io sono fan della cultura delle emozioni e abbiamo sfogliato "Il linguaggio delle emozioni" di Barbara Franco. Sicuramente leggerò il libro che hai consigliato, per rivedere la mia concezione di approccio alla lettura delle mie figlie e traviarle il meno possibile. Grazie!