#34 Musicali si nasce
La centralità della musica nella prima infanzia e nelle famiglie multilingui
Cara amica, caro amico,
Benvenuta e benvenuto a Parlo anch’io!, la newsletter sull’italiano per bambine e bambini in contesti multilingui.
La puntata di oggi è super speciale: l’ha scritta per noi Claudia Calì, musicista e professoressa associata di Music Education (forma i futuri docenti di musica) a New York.
Ho conosciuto Claudia proprio grazie alla sua ricerca sulle famiglie italiane emigrate negli Stati Uniti e ci siamo immediatamente trovate in sintonia sul lavoro che rispettivamente portiamo avanti con bambini e famiglie.
Sono infinitamente grata a Claudia per aver condiviso così generosamente i risultati del suo studio e i consigli che ne emergono.
Buona lettura!
Anna
Ma prima: aiuta Claudia nella sua ricerca!
Claudia sta svolgendo una ricerca estesa e preziosa sulla relazione tra musica e lingua. Nella tua famiglia, la musica è un modo di preservare e sviluppare la consapevolezza culturale, la competenza linguistica e l’identità italiana?
Se:
tu e/o il/la tua partner siete italiani e attualmente vivete negli Stati Uniti
e se
avete bambini/e tra gli 0 e gli 8 anni
puoi compilare il questionario! Ci impieghi circa 20 minuti e puoi rispondere in italiano o in inglese. Così facendo, contribuirai alla comprensione della vita delle famiglie italiane all’estero e a come andare meglio incontro ai bisogni educativi dei loro figli e delle loro figlie.
Musicali si nasce
I have always believed in the magic of childhood and think that if you get your life right, that magic should never end (Colin Thompson)
Nella primavera del 2018, Vanessa, la mamma di una bimba in una famiglia multilingue, mi chiese con entusiasmo e un pizzico di apprensione se fossi disponibile a fare lezione di musica a un gruppo di bimbi. L’intento era di esporli alla lingua e alla cultura italiane e allo stesso tempo trovare un momento di socializzazione con altre famiglie.
Risposi di sì, con determinazione e con l’obiettivo di far partire le lezioni in autunno.
Quell’estate, in vacanza in Italia dalla mia famiglia, ebbi un pensiero fisso: come posso chiamare questo gruppo? Che nome posso dare a queste lezioni di musica in italiano?
La risposta me la dettero le mie nipoti Lavinia e Chiaraluna, due scriccioli di 7 e 3 anni che spesso a tavola, durante i pasti, amavano fare il gioco dell’aeroplano insieme a me: il cucchiaio diventava un aeroplano in volo che, dopo un lungo girovagare in aria atterrava direttamente nelle loro bocche. Cominciai pian piano a notare che il vocalizzo accompagnava il viaggio del cucchiaio in modo deliberato, come se fosse lo specchio sonoro del loro movimento, il quale assumeva contorni melodici variegati, originali, estemporanei e pieni di immaginazione ritmico-sonora.
Quei momenti magici condivisi con le mie nipoti occupavano spesso i miei pensieri al rientro a New York: mi colpiva non solo la creativa vitalità delle loro espressioni sonore, ma soprattutto la musicalità intrinseca che, da musicista, mi sembrava di riconoscere in ciascuno dei loro comportamenti.
Ogni gesto diventava un passo di danza, ogni frase una filastrocca ritmica, una melodia vocale che bruciava la pesantezza delle parole e le colorava di emozione.
In un attimo, mi fu chiaro come avrei chiamato il mio programma di musica: musicali si nasce.
Eh sì, perché l’infanzia non è solo un periodo di vivida immaginazione, in cui la fantasia e il gioco trovano piena espressione. È anche un periodo pervaso da una creatività che si manifesta costantemente in modo sonoro e ritmico.
Nella fase neonatale, prima ancora dello sviluppo di specifiche capacità linguistiche, i bambini comunicano e si relazionano con l’ambiente circostante attraverso una danza di gesti, melodie di suoni e intrecci di giochi melodrammatici. Così anche la lingua, o le lingue a cui sono esposti, viene percepita, come scrive Julie Sedivy nel suo libro Linguaphile: A Life of Language Love, come un “flusso liquido”, un “torrente sonoro” caratterizzato da un contorno melodico e da una pulsazione ritmica che trascendono e precedono la comprensione del significato delle parole. Immersi in questo flusso sonoro, i bambini sperimentano e giocano, organizzando e scombinando ciò che sentono secondo una modalità che è intrisa di musicalità.1
Forse hai notato anche tu che il tuo bambino o la tua bambina “gioca” con i suoni: nel dialogare con te o con altri, nell'accompagnare il dondolio sull'altalena o la discesa veloce dallo scivolo al parco, o ancora, per colorare il gioco simbolico in cui è coinvolta con sfumature melodrammatiche e fantastiche (il treno cha fa “Ciuf Ciuf”, l’etciù dello starnuto che si prolunga seguendo un contorno melodico discendente).
Molti studiosi e pedagoghi concordano nel riconoscere che tutti i bambini possiedono una naturale predisposizione a sintonizzarsi con il mondo che li circonda con modalità musicali e che esiste una musicalità innata in ciascun essere umano che ne supporta lo sviluppo psico-culturale, sociale ed affettivo fin dai primissimi giorni di vita.2 Le ninne nanne, le filastrocche o le interazioni musicali che ti trovi a usare spontaneamente con i tuoi/le tue bambini/e vi consentono di sintonizzarvi, di comunicare senza l’uso delle parole, attraverso una comunione affettiva fatta di sguardi intensi, gesti melodici e suoni espressivi.
Proprio per questa sua capacità intrinseca di sintonizzare gli individui con l’ambiente circostante e generare connessioni affettive al di là delle parole, la musica può avere un ruolo molto significativo nelle famiglie multilingue.
La musica consente a adulti e bambini di interagire in modo dinamico, condividendo con reciprocità il proprio mondo interiore nella certezza di essere compresi al di là del mezzo linguistico utilizzato. Una ninna nanna, ad esempio, in qualsiasi lingua la si canti, si caratterizza sempre e comunque per la dolcezza del suo contorno melodico, la regolarità ritmica e un andamento delicato e lento, che esprime tranquillità.
Le lingue sono costituite da suoni, e come tali sono caratterizzate da una frequenza e un’altezza tonale più o meno larghe; nei primi anni di vita, i bambini non distinguono la voce parlata da quella cantata, parlano con una voce che canta e percepiscono tutto come suono musicale. L’esposizione musicale sensibilizza il loro orecchio e ne amplia la capacità percettiva. Per questo motivo, imparare canzoni in diverse lingue li aiuta a migliorare il vocabolario linguistico, ma soprattutto serve come un training musicale per distinguere altezze tonali e strutture ritmiche (e sintattiche) differenti.
La mia esperienza di insegnamento e ricerca mi ha insegnato che spesso per bambini e bambine i suoni diventano oggetti da esplorare, da combinare, mescolare, frantumare e ri-assemblare insieme in modo creativo.
Questo è quello che faceva Sofia, una bambina di 4 anni affascinata dall’attività del musical storytelling con cui concludo le lezioni di musica: i genitori mi portano i libri in italiano più amati dai loro bambini e io li canto per concludere le lezioni con una storia musicale. Una volta avevo utilizzato la melodia di Twinkle Twinkle Little Star per cantarne uno. Ebbene, la mamma di Sofia mi raccontò che, a casa, sua figlia cercava di ricreare la magia di quel momento cantando tutti i libri a sua disposizione, usando la mia stessa melodia e mescolando parole note (in italiano) e parole inventate. Questa esplorazione sonoro-linguistica gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo delle funzioni esecutive e delle capacità cognitive dei bambini, e li motiva ad assumersi rischi, ad agire senza paura e a perseverare per raggiungere obiettivi sempre più complessi.
Quando penso di conoscerli, i bambini con cui lavoro mi sorprendono e mi aiutano a capirli meglio. Una volta chiesi a Giulio, che solito preferiva canzoni in inglese, se volevo che gli cantassi il canto finale in italiano o in inglese. Lui mi guardò negli occhi intensamente e con risolutezza rispose: “In croato!” la lingua di un’altra persona nel gruppo. Cantare “ciao ciao” in croato (bog bog) era senz’altro molto più divertente e affascinante di “bye bye”. Questa fascinazione per i suoni è ciò che spesso crea la motivazione all’apprendimento e all’esplorazione di paesaggi linguistici inediti.
Grazie alla mia ultima ricerca sul ruolo della musica nelle famiglie italiane immigrate negli Stati Uniti, ho scoperto che moltissimi genitori inventano canzoni estemporanee per creare una colonna sonora dei momenti salienti nelle giornate dei loro figli; lo fanno spontaneamente, senza pensarci troppo, mescolando lingue diverse, richiamando alla memoria melodie della loro infanzia e pratiche musicali condivise con i loro genitori. Un papà, ad esempio, mi ha raccontato dei loro cooking party: mentre prepara da mangiare, lui e sua figlia cantano la lista degli ingredienti che usano per cucinare su melodie note o inventate. In molti hanno condiviso come, rispondendo alle mie domande, si sono resi conto di quanto centrali siano la musica e le canzoni nella vita dei loro figli, riconoscendo in questo sguardo musicale una finestra molto speciale attraverso la quale osservare i loro bambini con occhi nuovi e cogliere aspetti del tutto inattesi del loro percorso di crescita.
Magari tu hai già una buona consapevolezza della centralità della musica nella vita dei tuoi bambini/delle tue bambine, ma se posso dare un consiglio a te, genitore che mi leggi, vorrei dirti di notare e registrare nella tua mente gli scorci di musicalità spontanea del tuo bambino/della tua bambina, e assecondarla più che puoi. Canta insieme a loro, canta in tutte le lingue che conosci e che ti sono care; non devi essere un musicista per farlo! E poi lascia che il tuo bambino/la tua bambina abbia tempo per rielaborare, riflettere e sperimentare con i suoni che hai condiviso. Sarà una lezione di creatività per te, aiuterà il tuo bambino ad acquisire fiducia nelle proprie capacità esplorative, e vi aiuterà a sintonizzarvi sulle frequenze emotive l’uno dell’altro.
Infine, ti lascio qualche consiglio pratico per espandere la creatività musicale che, sono certa, è già presente nella vita quotidiana della tua famiglia.
Canta un libro per aiutare ad ampliare il vocabolario. Io ad esempio amo utilizzare:
Brucoverde (che io canto utilizzando Twinkle, Twinkle Little Star)
Tutti sul vasino (che funziona bene con I’m a Little Teapot)
Dieci dita alle mani dieci dita ai piedini, che prende vita con il parlato ritmico (una sorta di rap).
Tutti i libri che hanno una struttura ritmica posso essere usati in questo modo; quindi, sperimenta con i libri che hai a casa.
Esponi il tuo bambino o la tua bambina a tutti i generi musicali. Ad esempio:
Musica classica: io di solito scelgo pezzi che hanno caratteristiche musicali molto spiccate (forte e piano, tempi lenti e molto veloci, etc…) e contrastanti sulle quali creare semplici coreografie danzate o narrazioni fantastiche. Ad esempio: il Carnevale degli Animali di Saint-Saëns; il Concerto per mandolino e orchestra in Do Maggiore RV 425 di Vivaldi; la Danza Ungherese no. 5 di Brahms; il Pizzicato (da “Sylvia”) di Delibes.
Ninne nanne dal mondo – Ti suggerisco questa raccolta Songs from the Baobab, di cui trovi molte melodie anche su YouTube.
Musica e canzoni della tradizione italiana. Ciascuno ha il repertorio a cui è più affezionato, ma ti vorrei suggerire, fra le altre cose e se non la conosci, la colonna sonora del film Le Avventure di Pinocchio di Comencini (del 1972) con le musiche di Fiorenzo Carpi (ad esempio: La Birichinata, La Fata Turchina o Il Gatto e La Volpe).
Canzoni pop del presente e del passato a cui sei più affezionata/o.
Spero che questi spunti possano darti l’opportunità di giocare e divertirvi con la musica in famiglia! Se vorrai raccontarmi, contattami pure. Sarò felice di dialogare con te: claudiamerica28@gmail.com
Buona musica!
Claudia
Contributi
Ogni tanto, Parlo anch’io! accoglie un’ospite che condivide con noi esperienze e consigli, mettendo a nostra disposizione tempo ed esperienza a titolo gratuito. Ci tengo a esprimere la mia più profonda gratitudine e, per mettere in risalto questi preziosi contribuiti, ho creato una nuova sezione sulla home page del sito.
Si chiama Contributi e d’ora in poi raccoglierà gli interventi delle amiche e degli amici di Parlo anch’io!
#10 Un affondo sui libri multilingui
Leggi qui la selezione di libri multilingui curata da Elisa di Finestre sul mondo.
Parlo anch’io! consiglia
A grande richiesta, ho raccolto in un unico luogo tutti i consigli di lettura (e di attività) che ho mandato in questo anno e mezzo di vita della newsletter.
Spero che ti possa essere utile. Fammi sapere!
Cfr. Julie Sedivy, Linguaphile: A Life of Language Love (Farrar, Strauss and Giroux, 2024), pp. 11-13.
Per approfondire, cfr. Ellen Dissanayake, Art and intimacy: How the Arts Began (University of Washington Press: 2000) e Stephen Malloch & Colwyn Trevarthen, Communicative musicality (Oxford University Press: 2009).