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Caspita, Anna. Questa tua riflessione avrei voluto farla leggere qualche anno fa ad un gruppo di colleghe che mise letteralmente in croce una ragazza italofona che rispondeva esattamente alla tua descrizione. Stessi criteri, stesso astio. Risultato: la famiglia le cambiò scuola... 😞

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Che peccato, speriamo che abbia trovato poi la sua strada... Io mi sto rendendo conto che alla base di tanta metodologia di insegnamento della lingua c'è il presupposto implicito che si debba essere in grado di insegnare la lingua x anche senza saper niente dei propri studenti, del loro background, delle competenze che già hanno. Certo, questo ha senso in certi contesti, ma si è trasformato nella glorificazione di un concetto fuorviato di "full immersion" che sostanzialmente esime i docenti dal fare il lavoro di scoperta e conoscenza delle persone che hanno di fronte.

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Mi è piaciuto molto il concetto che esprimi, delle competenze (già) possedute nella sua lingua, sulle quali lavorare. In quel caso, la posizione delle colleghe (soprattutto di quella di Italiano...) fu invece opposta: devi DIMENTICARE l'inglese!!

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Tra l'altro qualcuno mi spieghi come è possibile dimenticare una lingua a comando, magari per di più una lingua che si parla in casa o con gli affetti...

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Infatti!

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